PREFAZIONE A “POESIA DA TUTTI CIELI” quarta edizione

LE VERE INVENZIONI UMANE di Giuseppe Campolo

Si accingeva a impaginare questo libro, il quarto relativo a “Poesia da tutti i cieli”, l’ultimo delle diverse centinaia pubblicati dalla sua Casa editrice “Edizioni Eva”, tutti da lui accuratamente revisionati. Tanti titoli, anche in Esperanto, di autori italiani e stranieri, di poesia, narrativa e saggistica. Tutti testi di buon livello. Egli stesso fine poeta, narratore garbato, sottile saggista attento alle anomalie del nostro tempo, Amerigo Iannacone. A lui è dedicata questa raccolta.
La sua scomparsa improvvisa e prematura non traumatizza soltanto affetti e tronca la sua attività d’artista e di uomo socialmente impegnato, ma dà cesura al macinare di molte menti, fulmina coscienze, annichilisce entusiasmi; un senso di inutilità d’ogni azione invade il nostro mondo. Sconvolge il significato naturale delle cose che ci raccontiamo, ripropone il dilemma cruciale degli eventi, se rispondono cioè alla signoria di una sapienza occulta o sono frutto della mostruosa casualità del fato. E nuovamente evidenzia l’inaccettabilità della condizione umana, essenzialmente disumana. Tutto d’improvviso riappare fondato sulla violenza come strutturalmente metafisica.
Ci è difficile adattarci; ma non biasimeremo chi si è fermato ai tragici greci o all’attesa delle settantadue vergini “houri”, posta la nostra fragilità. Nonostante questa, emergendo da una natura brutale, l’uomo ha la gloria di aver inventato la giustizia, il senso morale e quel che si chiama amore universale. Il nostro tempo non è in degrado; e guardando alla storia ci si convince: non si è sollevato del tutto e in concreto dalla barbarie. Esemplare figura umana, Amerigo lavorava per migliorare il mondo. Come lui, come milioni di persone, noi amiamo la poesia e, come lui, crediamo che essa abbia una grande importanza educativa, che abbia segnato la comparsa della civiltà e la guidi ancora, e la porterà pienamente ad essere. Ed egli nell’Esperanto, fiorito dalle utopiche sfere mentali della poesia, vedeva un’opportunità di riscatto delle genti, una modalità per attingere un piano superiore. E aspettava pazientemente, ma lavorandoci, che si attivassero i processi psichici e mentali necessari.
Se esiste la vita, se il futuro che ci trascende non ci è tuttavia indifferente, l’azione deve pure avere un senso e rispondere a una forte ragione. Se il prediletto amico Amerigo ha lavorato per un’intera vita, non per il denaro, ma per un ideale, ciò deve pure avere un valore su un gradino di altra qualità che l’inerzia, la sfiducia e il disinteresse.
Come possiamo sottrarci, come possiamo pensare che non ci riguardi? Amici miei, non possiamo che lavorare anche per lui, e con un po’ della sua umiltà. Che si voglia o no, rappresentiamo anche noi la vita che si oppone all’entropia che i media assecondano e certi poteri inducono. Alla violenza attuata e rappresentata, alla predazione, alla prevaricazione, a ogni abbrutimento noi rispondiamo con la poesia e con la richiesta della pace universale, che è la più squisita invenzione umana. Ha rilevanza cosmica e puoi dirla anche favilla della frammentata Superforza, o Dio.

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