LETTERA A UN’AMICA

Cara …, amica così attenta, così benevola. I ragazzi hanno sorpreso anche me con i loro componimenti. Ti assicuro che la poesia è coltivata o, per lo meno, è un istinto diffuso. Si vuol far credere che il popolo sia plebe. In realtà la plebe è altrove. L’Esperanto è oggi l’unica ideologia possibile, ma nessuno, di quelli che dovrebbero, la assume perché sconfesserebbe se stesso nell’abbracciarla. E come, questa lingua, potrà entrare nelle scuole, che è l’unica vera via per portarla al trionfo, senza una determinazione impositiva? Riesco a raccogliere una classe di volontari, che non arrivano a 40, per un corso (quest’anno due, per la verità, di due livelli), tratti da una scuola con 1500 iscritti, mentre sarebbe necessario che la studiassero tutti i 1500. L’Esperanto non può imporsi da sé. Come dovunque, i più, tra quelli che sono troppo in alto, sono deludenti e lasciano che le fila siano in mani miserabili. Anche alcune persone in cui ho creduto non sono delle cime e non so proprio quale sia effettivamente il loro obiettivo. E devo constatare che i migliori si allontanano o se ne stanno alla larga, alcuni sconfortati.
Eppure l’umanità pullula di talenti, di gente generosa e sensibile, di menti lucide.
Così come è necessaria una rivoluzione culturale nelle popolazioni, all’interno del Paradiso, dove matura pavido il saggio, occorrerebbe almeno un colpo di Stato.
Mi consegno a te con devozione.
Tuo Sam